Si è concluso un mese storico dal punto di vista meteo-climatico per l’Italia e in particolare per l’Emilia. Iniziato con una copiosa nevicata fino a bassa quota, è proseguito con abbondanti e frequenti precipitazioni accompagnate da temperature decisamente inferiori alla media del periodo.
Iniziamo quindi la nostra analisi dalla CONFIGURAZIONE A GRANDE SCALA per poi passare agli effetti sul territorio reggiano.
Come possiamo vedere in Fig. 1 e 2 la nostra penisola si è trovata al centro di un’area fortemente perturbata alimentata da aria decisamente fredda per il periodo. Ciò è stato reso possibile dalla presenza di possenti anticicloni in area polare agganciati a ripetizione da alte pressioni che si andavano ed espandere sul Nord Atlantico orientale favorendo la discesa di aria artica marittima verso il bacino del Mediterraneo.
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Figura 1 - anomalia di altezza geopotenziale a 500hPa (circa 5400m di quota).
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Figura 2 - anomalia di temperatura a 850hPa (circa 1400m di quota).
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PRECIPITAZIONI
L’intero mese è stato da caratterizzato da frequenti precipitazioni, i giorni con pioggia (>= 1 mm) sono stati infatti 20 a Carnola di Castelnovo ne’ Monti e 16 a Reggio Emilia.
Per poter operare un confronto con i valori registrati anche nello scorso secolo abbiamo considerato i dati degli Annali idrologici pubblicati dall’(ex) Ufficio Idrografico di Parma e quelli dell’ARPA Emilia-Romagna che ha continuato l’attività di monitoraggio negli ultimi decenni.
In Tab. 1 riportiamo la classifica dei mesi di maggio più piovosi dal 1942 ad oggi per le stazioni di Ligonchio, Castelnovo ne’ Monti, Baiso, Reggio Emilia e Boretto. Emerge chiaramente che il maggio 2019 è stato il più piovoso degli ultimi 78 anni sull’intera provincia.
Per Castelnovo ne’ Monti e Reggio Emilia siamo inoltre potuti risalire rispettivamente fino al 1921 e 1866 scoprendo che nel capoluogo della montagna il record è del 1939 (313 mm, Tab.2) mentre a Reggio Emilia il maggio più piovoso dell’intera serie storica è quello del 1880 (268 mm, Tab. 3).
In conclusione, maggio 2019 è stato il più piovoso degli ultimi 80 anni per Castelnovo ne’ Monti e degli ultimi 139 anni per Reggio Emilia!
Tabella 1: cinque mesi di maggio più piovosi dal 1942 ad oggi
Tabella 2: cinque mesi di maggio più piovosi dal 1921 ad oggi
Tabella 3: cinque mesi di maggio più piovosi dal 1866 ad oggi
TEMPERATURE
Anche per le temperature, al fine di produrre un confronto il più possibile esteso a livello temporale, si è optato per considerare i dati messi a disposizione da ARPA Emilia-Romagna.
In Fig. 3 sono rappresentate le temperature medie di maggio dal 1961 al 2019 per le stazioni di Castelnovo ne’ Monti e Reggio Emilia. Appare evidente come il maggio 2019 sia decisamente il più freddo degli ultimi 28 anni e circa 3°C sotto la media del periodo di riferimento 1981-2010.
In Tab. 4 mostriamo inoltre la classifica dei mesi di maggio più freddi degli ultimi 59 anni, dove il 2019 si posiziona al terzo posto per Castelnovo ne’ Monti e al quarto per Reggio Emilia. Tale piazzamento è da ritenersi eccezionale anche alla luce del riscaldamento globale e, nel caso di Reggio Emilia, dell’effetto isola di calore urbano che è andato aumentando con l’espansione della citta negli ultimi decenni.
Figura 3 – temperatura media di maggio rilevata dalle stazioni di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti sul periodo 1961-2019.
Tabella 4: cinque mesi di maggio più freddi dal 1961 ad oggi.
NEVE
Come già approfondito nell’articolo “5 maggio 2019: una nevicata storica”, la nevicata del 5 maggio 2019, sfiorando la pianura (2 cm a Ciano) e accumulando fino a 35-40 cm di neve a soli 700 m di quota, è stata sicuramente la più abbondante per la collina reggiana dal 1921 ad oggi e probabilmente la più copiosa addirittura dalla famosa tempesta del maggio 1861 quando la neve ricoprì anche le città di Reggio Emilia e Modena.
Figura 4 – webcam Felina, lunedì 6 maggio ore 18:00.
CAUSE
L’origine di questo mese eccezionale è da ricercare nella stratosfera polare, dove, a partire da fine aprile, si è assistito ad un forte aumento di pressione che si è rapidamente propagato alle quote inferiori (vedi Fig. 5) fino a raggiungere la troposfera (parte più bassa dell’atmosfera, dove si manifestano i fenomeni atmosferici) determinando la nascita di possenti anticicloni in area artica. Tali anticicloni, agganciati a ripetizione da alte pressioni estese sul Nord Atlantico orientale (vedi Fig. 1), hanno convogliato aria fredda e perturbazioni verso il bacino del Mediterraneo.
Figura 5 – anomalia di altezza geopotenziale in area polare (65-90°N), sezione verticale (0-50 km): negli ultimi giorni di aprile l’anomalia si è propagata dalla stratosfera sino in troposfera (strato più basso dell’atmosfera) dando il via ad una lunga e persistente fase di Arctic Oscillation negativa. La fase negativa dell’Arctic Oscillation favorisce la formazione di alte pressioni in area polare e di depressioni alle nostre latitudini alimentate da aria artica o polare come appunto si è verificato nel mese di maggio 2019.
Non sempre questo accoppiamento tra stratosfera troposfera si verifica, ma quando succede possono verificarsi importanti anomalie, talvolta di portata storica. Esempi recenti sono l’inverno 2009-2010, il gannaio-febbario 2013 e il fabbraio-marzo 2018, mentre l’evento più noto è sicuramente quello del gennaio 1985.
La particolarità del maggio 2019 sta essenzialmente nel fatto che il fenomeno si è concretizzato nella tarda primavera finendo per riportarci quasi in inverno.