Circolazione generale dell’atmosfera
Il primo mese della stagione meteorologica autunnale ha visto il prevalere di una tipica configurazione ad omega, con massimi di pressione collocati in prossimità del Mar del Nord, di matrice subtropicale. Al fianco di questa particolare struttura della circolazione generale, anomalie bariche negative hanno interessato l’est del continente e, in misura molto più attenuata, il vicino Atlantico (Fig. 1). Le conseguenze sul campo termico riflettono in maniera speculare le anomalie nel campo barico, ovvero un marcato sotto media sull’Europa orientale e forti anomalie positive sul nord Africa e il bacino del Mediterraneo, nonché sul Regno Unito (Fig. 2).
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Figura 1 - Anomalie di geopotenziale a 500 hPa: forte anomalia barica in prossimità del Mar del Nord per effetto di una configurazione ad omega con massimi pressori sul nord Europa e l’Africa settentrionale. Ai fianchi, anomalie di segno opposto più marcate sul settore orientale |
Figura 2 - Anomalia termica a 850 hPa (1.400 m.s.l.m. c.a.): campo termico fortemente sotto la media climatologica di riferimento sull’Europa orientale, fortemente oltre la media sul nord Africa e in misura più attenuata sul Mediterraneo, fino al Regno Unito
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Evoluzione meteorologica su scala locale
La prima metà del mese ha avuto caratteristiche tipicamente estive con giornate stabili e decisamente calde sull’intero territorio provinciale per effetto di un’azione di blocco delle correnti zonali da parte di una solida configurazione barica che solamente a partire dalla seconda decade ha iniziato ad indebolirsi e a lasciar spazio ad infiltrazioni umide sud-occidentali che hanno favorito il ritorno delle precipitazioni, più intense in montagna, e un progressivo calo termico.
Analisi climatologica
Temperature
A Reggio Emilia, il mese di settembre ha chiuso con una temperatura media giornaliera di 22,0°C contro una media climatologica di riferimento di 20,6°C (Fig. 3). La temperatura minima registrata è stata di 13,3°C (il giorno 23) e quella massima di 32,0°C (il giorno 13). Si segnalano due notti tropicali (temperatura minima superiore a 20,0°C), un evento tipicamente estivo che ha avuto luogo nella parte centrale del mese.
Figura 3 - Anomalia termica mensile: il valore di 22,0°C risulta sopra media di 1,4°C rispetto alla normale climatologica di riferimento (1991-2020), ovvero esprime un’anomalia di intensità pari a +1,1 deviazioni standard.
Anche in montagna situazione pressoché identica con Ligonchio che ha chiuso il mese con una temperatura media giornaliera di 16,5°C contro una media climatologica di riferimento di 14,9°C. La temperatura minima registrata è stata di 7,5°C (il giorno 22) e quella massima di 25,5°C (i giorni 13 e 14).
Precipitazioni
Il ritorno delle piogge non è stato sufficiente ad invertire il trend della siccità meteorologica che prosegue ininterrottamente dalla primavera scorsa con tutti gli indicatori in territorio pesantemente negativo sul settore di pianura (Fig. 4). In città sono precipitati 40,5 mm contro una media di riferimento di 63 mm (-32%) mentre in montagna situazione migliore con Ligonchio che registra 175 mm contro i 133 mm attesi (+32%).
Figura 4 – Standardized Precipitation Index (SPI): prosegue ininterrotto il regime di siccità meteorologica e idrologica che si protrae dalla primavera scorsa sull’intero territorio provinciale di pianura. A Reggio Emilia gli indicatori rimangono fortemente negativi nonostante il ritorno delle piogge settembrine.
Eventi del passato
La catena appenninica influenza direttamente le correnti aeree deviando le masse d’aria orizzontalmente e verticalmente e ritardandone il moto attraverso l’attrito con la superficie e indirettamente fornendo sorgenti elevate di calore sensibile e latente. Il comportamento delle correnti che impattano il nostro Appennino può avere due effetti: 1) la massa d’aria che impatta con la dorsale montuosa è in grado di scavalcarla verticalmente, 2) la massa d’aria non riesce a scavalcare e si espande orizzontalmente o resta bloccata sopravento. In determinate situazioni meteorologiche questi effetti termodinamici incidono notevolmente sul campo delle precipitazioni sull’intero territorio provinciale, talvolta in modo assai differente tra il comparto montano ed il settore di pianura. In presenza di determinate condizioni è possibile che le precipitazioni in quota superino abbondantemente i 100 mm in sole 24 ore, producendo alluvioni e problemi idrogeologici. In climatologia è consuetudine analizzare statisticamente questi valori estremi di precipitazione al fine di comprendere al meglio le caratteristiche pluviometriche di una determinata località o area geografica.
Nel mese di settembre appena conclusosi abbiamo assistito ad un peggioramento del tempo atmosferico il giorno 26, che ha portato a precipitazioni diffuse sull’intera nostra provincia (26,7 mm a Reggio Emilia) e abbondanti in montagna. A Ligonchio sono precipitati 107,6 mm, un evento che a prima vista potrebbe sembrare abbastanza eccezionale ma se collocato nel giusto contesto climatologico appare piuttosto usuale per quella località (Fig.5)
Fig. 5 - Precipitazione cumulata in 24 ore: l’area grigia rappresenta il range di normalità climatica in riferimento ad eventi estremi di precipitazione in 24 ore per la località di Ligonchio, ovvero include la quantità giornaliera di pioggia che è lecito attendersi almeno una volta ogni 30 anni.
Analizzando la serie storica dal 1951, nel 1987 precipitarono in un sol giorno ben 273 mm, un evento che presenta un tempo di ritorno secolare. Al secondo posto troviamo l’anno 1968 con 190 mm e sull’ultimo gradino del podio il 2018 con 179,6 mm. Questi ultimi due eventi rientrano in un contesto di normalità climatica essendo osservati mediamente ogni trent’anni. È del tutto evidente, come i 107,6 mm di questo evento settembrino passino del tutto inosservati nel contesto climatico locale.